venerdì 31 agosto 2012

CAFE' DU PARC -Il primo amore

Il Cafè Du Parc


Ore 16.00: appuntamento al Cafè du Parc, il mio arrivo è sempre anticipato, lei è sempre puntuale. Ore 16.00. Quella stretta alla bocca dello stomaco, e la salivazione secca insieme ad un senso di tremore, come se la terra sotto i piedi tremasse, è il ricordo che possiedo di quando, con il suo leggero passo da straniera nordica, scendeva da quel tram all’insaputa dei suoi genitori. Parlo del mio primo …amore… Questo è l’evento, perché di un evento si tratta, dal momento che tutti noi, intorno ai 16-18 anni, abbiamo vissuto il primo amore.
Dicevamo…all’insaputa dei genitori…perché, da Piazzale della Radio alla Piramide Cestia c’erano almeno cinque o sei fermate del tram, e per quei tempi, per una ragazzina di 16 anni, era davvero troppo lontano e poi…il tram? Ma scherziamo? Chissà perché lei rischiava tanto, me lo sono domandato tante di quelle volte allora,  che solo dopo, a distanza di tanti anni, ho saputo dare una risposta…forse.
Io di un anno più grande di lei, e credevo di essere un uomo già vissuto, colui che sapeva della vita come pochi altri, l’hippy con i capelli lunghi, il chitarrista affascinante con la sua bianca stratocaster, uguale a quella del grande Jimy. Per lei, forse, ero solo un pericolo per la sua verginità, ma comunque era affascinata da quello che io volevo rappresentare, ma anche da quelle uniche qualità che, ancora oggi, scandiscono i miei comportamenti. Lei si chiamava Titti, soprannome che userò per non ledere nessuno, faceva le superiori, e tutti gli anni ci si incontrava in comitiva al mare, stesso posto, stessa spiaggia, un appuntamento che durava da anni, quando i bar del lungomare erano affollati di ragazzi che formavano comitive, davanti ai juke box ed ascoltavano il brano del momento o il successo dell’inverno appena trascorso. Erano anche gli anni di Lucio Battisti, dei New Trolls, e, per chi amava i gusti più esterofili, si poteva ascoltare la musica dei primi Chicago, o James Brown. Io propendevo per questi ultimi, ma i miei ricordi di Titti sono accompagnati solo da Lucio, sono i ricordi di due ragazzi che passeggiavano per Viale Aventino mano nella mano, parlando di tutto ciò che due ragazzi di quei tempi potevano parlare, in una sorta di tentativi per far capire all’altro i propri sentimenti, mano nella mano, come due fidanzati che non si sono mai dichiarati, ma che sognano di appartenersi.
Che strana storia voglio raccontare? No, non è una storia strana, è solo la trama di un amore mai completamente vissuto e spesso sofferto, fatto di gelosie e malintesi, di parole dette al telefono e non vissute, di quando mi guardava negli occhi  e vedeva il riflesso del cielo, e si avvicinava alla mia bocca quasi fosse ipnotizzata, per poi voltarsi all’improvviso e dire di no a quell’attimo di debolezza….che strana storia….ma in fondo è la storia di noi tutti di ieri, di oggi e di domani. Io, per non vederla così triste, la invitavo ad alzarsi da quel piccolo prato davanti al Circo Massimo circondato dal traffico frenetico di Roma…di nuovo si sentivano rumori di auto, gente, clacson impazziti che riportavano le nostre menti al momento prima del collasso sentimentale. Si faceva finta che non fosse successo nulla, e di nuovo si rideva e si parlava,  ci si toccava con le mani stringendole  nervosamente, ma tutti e due ricordavamo un momento prima di essere in paradiso, dove tutto è silenzioso, e dove chi si ama ascolta il rumore del cuore in un battito che arriva alle tempie e che confonde i respiri a due adolescenti che stanno crescendo.
Ogni anno, dopo la villeggiatura, iniziavamo a frequentarci in modo più intimo, lontano dalle chiacchiere della comitiva che d’inverno si scioglieva e che d’estate si  formava di nuovo, ma a tutti era noto che noi, io e Titti, ci frequentavamo anche lontano dal clima festaiolo del gruppo estivo, tanto da chiamarla “La sposa del Conte”, e naturalmente il Conte ero io, soprannome datomi da un componente della band, per via dei miei modi garbati.
D’inverno eravamo due fidanzatini, d’estate i nostri sentimenti si confondevano, lei per timore dei suoi genitori, io per desiderio di libertà, e fu proprio un inizio di luglio che tutto cambiò, una parola sbagliata, un attimo di eccessivo orgoglio, e il giorno dopo mi trovai volutamente a corteggiare una sua amica, che evidentemente non era poi così tanto amica. Lei, in risposta, si fece vedere insieme a un ragazzo di bell’aspetto, ma io sapevo che la sua era una rivalsa nei miei confronti, e così rincarai la dose per tutto il mese, saltai da un ombrellone all’ altro, in modo che lei mi notasse il più possibile, e lei continuava con il tipo di bell’aspetto….
A fine agosto, in una delle ultime serate,  si organizzò una festa con musica dal vivo, neanche a dirlo mi dovetti esibire con un gruppo nuovo di musicisti assemblati all’ultimo momento.
Passai la serata a cantare e vedere la comitiva che ballava. Quella sera, mentre suonavamo “Eri bella” di Lucio Battisti, lei si stringeva al ragazzo di bell’aspetto, ed i suoi occhi incrociarono i miei…sperai che lei rivedesse nei miei il cielo azzurro di un tempo, ma le luci della sera evidentemente non rifletterono nulla, anche se una lacrima gli discese sulle guance, ma forse era per il ragazzo di bell’aspetto…che, guardandolo bene, mi accorsi che anche lui aveva gli occhi azzurri, e mentre la mia voce cantava ...”Eri bella, comunque bella”…lui la stringeva così forte che per tutta la vita decise di legarsi a lui…
Anni fa mi è capitato casualmente di vedere un uomo di bell’aspetto fermarsi e salutare un mio amico con il quale parlavo, era accompagnato da sua moglie, aveva gli occhi azzurri e mi sembrava di conoscerlo…eh si, era proprio lui, e la signora che lo accompagnava aveva qualcosa di familiare. Lui è diventato un uomo maturo, ma sempre di bell’aspetto, lei una donna di 50 anni, un po’ appesantita dall’età, come tante donne che si dedicano alla famiglia.
Per non trovarmi in una situazione di quelle nelle quali non vorresti mai trovarti, mi sono inventato una scusa e mi sono allontanato. Non ha tremato nulla, non sono cambiati i miei respiri, ma quel brano di Battisti, improvvisamente mi è tornato alla mente………con i tuoi occhi arrossati…eri bella….comunque bella…..

Autore: Pino Gogiali

1 commento:

  1. Bella, scritta bene, storia che mi ha fatto ricordare i miei primi batticuori

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